Presentazione


«Colavini, chi era costui?». Ce l'hanno chiesto in molti durante i 18 anni di attività del circolo intitolato al suo nome. Ne sapevamo poco nonostante la mostra organizzata nel 1965 e solo ora proviamo a porvi rimedio.


Il circolo, dalla sua fondazione, ha lavorato guardando alla realtà locale, non perdendo di vista i problemi del nostro tempo, senza complessi d'inferiorità nei confronti della città, con la consapevolezza che ogni zona ha una sua cultura e che la vivacità culturale dipende dalle energie, dalle capacità intellettuali che si riescono ad organizzare e stimolare.
L'attuale mostra di Colavini rientra in questa consapevolezza e vuoi rendere omaggio, dopo un lungo silenzio, ad un compaesano riproponendo il suo lavoro, al giudizio del pubblico e della critica.

 

Colavini ha colto alcuni aspetti di un mondo che presto sarebbe cambiato sotto la spinta dell'industrializzazione la quale ha portato con sé, oltre che elementi positivi di rinnovamento e progresso, anche degrado dell'ambiente, omologazione culturale, appiattimento di ogni particolarità locale e della lingua.

Il ritardo con il quale questo processo è avvenuto in Friuli è stato pagato duramente da quanti hanno scelto - libars... di scugni là - la via dell'emigrazione alla ricerca di un lavoro, ma ha avuto come contropartita la conservazione, pur nella civiltà dei consumi, di frammenti di una cultura popolare, di un sapere profondo che va difeso e sviluppato.


È su questo tessuto, arricchito dalla dura esperienza dell'emigrazione portatrice di nuovi impulsi, dai tempi di Zaun de la Guartanuta di Pian d'Arta... all'idea della cooperazione, che hanno affondato le loro radici e tratto linfa artisti come Afro e Mirko Basaldella, Antonio Corazza, Pier Paolo Pasolini, Leonardo Zanier per citarne alcuni che hanno voluto rompere con gli schemi più angusti e retrivi della realtà sociale della nostra terra.


Arturo Colavini, rimanendo nel Friuli che amava, ha scelto di rappresentare coerentemente un mondo arcaico, ma affascinante, che stava scomparendo. Della sua raffinata testimonianza gli stiamo grati.
 

Carlo Bressan
Presidente del Circolo "A. Colavini"

 

 

 

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