Presentazione
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C'è un filo sottile, impalpabile, ma tenace ed
avvertibile, che avvolge ed incanta chiunque venga a vedere la Centa. "È
un posto magico", "Quanta pace!", "In questo posto ti senti bene", sono
le frasi che ci sentiamo dire più spesso ed è vero.
Quel filo sottile è stato ed è, per noi, un
richiamo irresistibile che annulla problemi, difficoltà, anni di
sacrificio, lavoro e fatica: è il richiamo del passato, la presenza
forte e viva di chi, lì, ha abitato, vissuto, sudato e costruito.
Ci capita di ricercarlo con ostinazione ed
avvertirlo, camminando a piedi nudi sull'erba e immaginando di ricalcare
antichi passi oppure toccando pietre o cocci dove piccoli disegni
suggeriscono ingegnose creatività, oppure, ancora, accarezzando i volti,
segnati dal tempo, degli antichi abitanti che la Centa ci ha restituito.
Ma c'è un momento della giornata in cui il filo
del passato è più forte che mai: quando scende la sera e la luce del
sole colpisce solo di striscio Sant'Agnese, quando l'ombra pian piano
delinea i contorni delle case ma rende meno evidenti i particolari,
quando l'aria rinfresca e il merlo canta sulla Casa del Curato, allora
la magia è forte e tu vorresti solo restare.
I proprietari della centa di Joannis Bruna Coceani e Claudio Pizzi
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