Premessa
HOME LETTERATURA ULDERICO PREMESSA
Da molto tempo desideravo pubblicare le foto
raccolte in due album da mio padre Ulderico durante la guerra combattuta
dall'Italia contro l'Etiopa, tra il 1935 ed il 1937, ma non trovavo una
chiave di lettura. La raccolta mi sembrava interessante per i temi
documentati e per l'organicità e la sensibilità con cui sono presentati
e resi ancora più evidenti dalle didascalie che accompagnano le
immagini. Casualmente, grazie a Elena Marinig che preparava la tesi di laurea sul popolo Falascia, gli ebrei eritrei, ho conosciuto la professoressa Federica Guazzini, allora docente presso l'Università di Siena, studiosa di storia dell'Africa e del colonialismo italiano. Le ho mostrato il materiale e il suo parere favorevole è stato decisivo per farmi superare le ultime riserve.
E così sono arrivato a questi racconti che
iniziano con la guerra di mio padre, ma proseguono poi per altre strade
con frammenti di vita del mio paese, con episodi dei caldi anni Sessanta
e Settanta, mescolati a brandelli di storie di un mondo che se ne sta
andando. Sono partito dall'Africa di mio padre per perdermi nei ricordi
e nella microstoria di Aiello che attraversava il secolo XX, sfiorando,
incrociando e talvolta scontrandosi con i grandi eventi che lo hanno
segnato. È un gioco di ricordi che si può fare in ogni famiglia, un
percorso utile per riflettere e comprendere come la grande storia, ci
muova come fuscelli. È un gioco che sottende la speranza di imparare
dalla storia, dalle nostre piccole storie familiari, un gioco di ricordi
che si propone di tener vivo il valore di una comunità aperta, vista
come uno degli elementi per superare la profonda crisi che stiamo
attraversando.
Quella che ci viene tramandata dalla
documentazione fotografica di Ulderico, nonostante la guerra, è
un'Africa semplice e quieta, i villaggi, i bambini, le donne, gli
animali, la savana e per finire, i guerrieri motorizzati che solcano le
tanto mitizzate strade costruite per portare la civiltà, la nostra.
L'Italia ha portato soldati, autocarri, cannoni,
aerei in numero consistente e anche aggressivi chimici quali iprite,
fosgene, arsina, riversati sugli etiopi e sulle arterie stradali. In
Somalia il fosgene venne rivolto contro bestiame e pozzi d'acqua1. Ha
portato progetti agricoli di monocultura che sono falliti miseramente,
con la distruzione di una società, sì arretrata, ma a suo modo in
equilibrio, il suo. Ciò che resta dell'occupazione italiana lo si può
ancora vedere, soprattutto in Somalia, nel suo attuale disfacimento
sociale e ambientale.
In Etiopia, dopo la conquista dei centri abitati,
l'Impero Italiano per mantenere il potere è ricorso ai mezzi più feroci,
com'è esaurientemente documentato nei lavori, riguardanti quel periodo,
dello storico Angelo Del Boca. Vale la pena di ricordare che centinaia
di sacerdoti copti cristiani sono stati trucidati perché considerati
«intellettuali organici» al potere del Negus. Né va dimenticato il ruolo
affidato dall'Esercito italiano ad alleati di fede musulmana, contro la
maggioranza cristiana. L'Impero fascista pur di mantenere il potere non
ha guardato in faccia alla religione, con buona pace della fede in Dio. Ho tardato tanto tempo a mettere in cantiere questo progetto perché frenato da scrupoli, riserve e soprattutto dal dubbio sull'opportunità di affrontare un tema che coinvolgeva mio padre in una guerra coloniale contro uno dei pochi eserciti organizzati di uno stato africano. Guerra tra le più pubblicizzate del tempo.
Mio padre era volontario, come moltissimi altri
italiani che hanno aderito a un progetto coloniale del quale c'era e c'è
poco da vantarsi, come ha fatto per anni tanta pubblicistica. La chiave
che mi ha fatto superare dubbi e scrupoli per dare alle stampe questo
lavoro l'ho trovata analizzando le motivazioni dell'adesione al fascismo
di un giovane di grande cultura, sensibilità e intelligenza, qual era
mio padre.
Carlo Bressan
|
|
Webmaster: Visintin Matteo Collaborazione: Pantanali Giulio, Pinat Daniele Idea: Mario Giuseppe Degenhardt
Copyright © IlPaeseDelleMeridiane - E-mail: circolonavarca@libero.it |