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Traduzione della conferenza a Tehran (Iran)
sulle meridiane del Friuli
Venezia Giulia e particolarmente sulle meridiane di Aiello del Friuli.
A cura di Claudio Cecotti (San Giorgio di Nogaro)
La misura del tempo è una necessità vitale per l’uomo.
Fin dall’antichità l’uomo ha avuto bisogno di conoscere la durata
degli intervalli di tempo che poteva usare per eseguire le sue attività:
poteva trattarsi del tempo per tornare al villaggio, il tempo necessario
per eseguire il suo lavoro, il tempo necessario ogni tipo di attività che
richiedeva di disporre della luce del Sole. Ma la misura del tempo non si riduce alle necessità della
sola giornata. L’agricoltura e la pastorizia hanno richiesto anche di
conoscere la stagione. Questa conoscenza è infatti necessaria per
seminare, per prepararsi al raccolto, per spostare il bestiame sui monti o
scendere nelle valli. Si conoscono molti orologi naturali: in molti paesi delle
nostre montagne, in Italia, le ore del giorno e le stagioni dell’anno
possono essere determinate dall’osservazione della posizione del Sole
rispetto le cime delle montagne (esempio classico Sesto in Alta Val
Pusteria). Naturalmente si tratta di orologi imprecisi ma che comunque
erano molto utili per le necessità di popolazioni che non disponevano di
orologi meccanici e lavoravano lontano dai centri abitati, in mezzo ai
monti od alla campagna. Testimonianza di questo sono i nomi di alcune cime
di montagne: Picco di Mezzogiorno, Punta Nove, Punta Dieci, ecc. Già nell’antichità l’uomo ha costruito strutture per
conoscere il tempo delle stagioni. Le strutture come quella di Stonehenge
sono un esempio significativo. Nulla è nato all’improvviso: le osservazioni di
allineamenti di stelle e pietre, l’osservazioni di ombre,
l’osservazione del punto in cui sorge e tramonta il Sole nelle varie
stagioni, tutto questo ha prodotto strumenti sempre più precisi e sempre
più adatti allo scopo per cui venivano costruiti.
Infatti una bella meridiana costituisce anche un importante
elemento decorativo, sia esso moderno o che si richiami alle memorie del
passato, un’occasione per lanciare un messaggio filosofico o politico o
religioso, un’occasione per esprimere una considerazione di buon senso,
per richiamare alla nostra memoria le nostre radici o per proiettarci nel
futuro. Ci sono sistemi pratici per la loro costruzione per cui non
c’è bisogno di fare alcun calcolo, ma questi sistemi pratici derivano
da conoscenze acquisite dallo studio di diverse generazioni di astronomi. Vediamo gli elementi costitutivi delle meridiane da parete. Lo stilo o gnomone Lo stilo è l’asta la cui ombra indica il trascorrere delle
ore. Lo stilo può essere sostituito da una asta posta in modo che sia
parallela all’asse polare, può anche esse perpendicolare al muro, può
anche essere costituito da una parte finale che termina con un disco
forato attraverso il quale passa la luce del Sole. Nel comune di Aiello
del Friuli esiste anche uno stilo sostituito dall’incrocio di due fili,
in questo modo l’ora è indicata dall’ombra del punto di incrocio dei
due fili. Da tutto ciò deriva che dello stilo la parte più importante è
la punta, cioè l’elemento che indica dove va a terminare l’ombra. Le linee orarie In un apposito spazio della parete sono riportate le linee
delle ore e/o le altre indicazioni della meridiana. A questo proposito è
bene ricordare che le meridiane possono portare diversi tipi di
indicazioni delle ore: Ore babilonesi: l’ora del sorgere del Sole corrisponde
all’ora zero, l’ora del tramonto corrisponde alle ore 12. Ore italiche: l’inizio del giorno corrisponde all’ora del
tramonto, di conseguenza il mezzogiorno attuale corrisponde mediamente
alle ore 18. Ore francesi: l’inizio del giorno è fissato alla
mezzanotte, così come succede nel modo attuale di contare il tempo. Naturalmente il nome che si è dato al modo in cui sono
contate le ore non significa che siano stati solo quei popoli ad usare
quel sistema di contare le ore. Sappiamo che sia nel mondo islamico che in
quello ebraico il giorno comincia al tramonto, però è passato alla
storia il metodo delle ore italiche. La Lemniscata L’introduzione dell’orologio meccanico ha permesso di
capire che la durata del giorno, cioè dell’intervallo di tempo fra due
mezzogiorni successivi, non
è uniforme durante il corso dell’anno. Si è così introdotto il
concetto di giorno medio e di mezzogiorno medio. La differenza fra il
mezzogiorno vero o solare ed il mezzogiorno medio per la massima parte non
è dovuto all’irregolare movimento della Terra lungo la sua orbita, come
si potrebbe immaginare dal fatto che l’orbita del nostro pianeta, come
quella degli altri, non è una circonferenza ma un’ellisse percorsa con
velocità non costante. Infatti l’elemento che determina la maggior
parte di questo fenomeno è l’inclinazione dell’orbita sul piano
dell’equatore. Se l’orbita del nostro pianeta fosse una circonferenza
perfetta questa oscillazione descriverebbe una curva simmetrica con due
minimi e due massimi di circa 10 minuti. La residua differenza è dovuta
ovviamente alla forma dell’orbita del nostro pianeta, ma si tratta di
poco più di 4 minuti. Per tutti questi motivi il diagramma della differenza fra
mezzogiorno vero e mezzogiorno medio con il tempo è diventato una parte
sempre più diffusa nelle meridiane. La lunghezza dell’ombra dello gnomone La lunghezza dell’ombra dello gnomone dipende dalla
stagione. Questo elemento trasforma la semplice meridiana in un
calendario, non molto preciso forse, ma certamente è possibile conoscere
di massima la stagione dell’anno. Questo si ottiene indicando sulla
meridiana la lunghezza raggiunta dall’ombra dello gnomone nei vari segni
dello Zodiaco. In Iran, dove esiste la coincidenza fra i mesi ed i segni
dello Zodiaco, è superfluo indicare i segni dello Zodiaco se si indicano
i mesi o viceversa, nel calendario gregoriano non esiste questa
coincidenza e l’indicazione dei segni dello Zodiaco diventa essenziale
perché i loro estremi corrispondono anche ai punti estremi che vengono
raggiunti dall’ombra dello gnomone. Con questo abbiamo esaurito gli elementi astronomici della
meridiana. Ci potrebbe sembrare di avere esaurito l’argomento ed invece
ecco che ci si apre un mondo molto interessante di messaggi di
comunicazione. Se la meridiana è l’orologio della comunità, se è uno
strumento osservato da molte persone, essa diventa anche un elemento
decorativo del fabbricato su cui è riportato ed un luogo in cui
trasmettere un messaggio alle persone che vi leggono l’ora. L’elemento decorativo Dal punto di vista strutturale, quello che spesso rende unica
la meridiana è l’orientamento del muro sul quale essa è disegnata.
Infatti è inevitabile che la traccia delle linee orarie e la lunghezza
delle ombre cambi sensibilmente a seconda dell’orientamento del muro. Importanti elementi decorativi sono i disegni di contorno
alla meridiana: le cornici, gli stemmi delle case nobiliari, le immagini
di santi o di religiosi, gli elementi naturali come piante ed animali,
motivi nobili e contadini, motivi colti e semplici, moderni ed antichi,
legati alle attività di lavoro o allo scorrere inevitabile della nostra
vita e del tempo. Le meridiane offrono una grande scelta di motivi e di
varietà ed offrono a tutti la possibilità di esprimere la propria
preferenza in ogni campo. È anche un’occasione per artisti locali e
meno celebri di esporre la loro opera ad un vasto pubblico e quindi anche
l’occasione di farsi apprezzare ed in un certo modo di farsi pubblicità.
Il committente a sua volta ha modo di esprimere il proprio pensiero, di
rappresentare una sua idea del mondo, del vivere quotidiano, di
rappresentare la sua attività lavorativa. Il motto Complemento dell’elemento decorativo e senza meno messaggio
più esplicito è alla fine il motto. La tradizione ha sviluppato un numero infinito di motti e
diversi sono i motivi che li hanno ispirati e li ispirano. Taluni di essi
risalgono all’antica tradizione latina o greca, alcuni si allacciano a
temi religiosi o politici, ma senz’altro i più amati sono quelli che
parlano del rapporto dell’uomo con la natura, con il tempo e con i suoi
simili. La necessità di lanciare un messaggio significativo ed
importante con poche parole talvolta rende un po’ difficile interpretare
il messaggio, soprattutto se questo è espresso in una lingua antica come
il greco od il latino, ma proprio nel giusto equilibrio fra la sinteticità
del messaggio, la sua comprensibilità e la sua ricchezza espressiva si
apprezza la capacità di colui che lo ha scelto. Sono espressioni che come un fulmine improvvisamente
illuminano una parte nascosta del nostro mondo e della nostra mente, ci
fanno riflettere su un aspetto fondamentale del nostro modo di essere
uomini e del nostro modo di vivere il tempo, questa dimensione della
nostra esistenza che rende unica la nostra vita fra tutte le altre, che
rende unico ogni nostro atto rispetto tutti gli altri. Altre volte queste espressioni ci mettono a confronto con la
ciclicità del fenomeno del tempo, con la sua ripetizione sempre uguale,
inesorabile ed indifferente ai nostri umani interessi, tutto ciò ci pone
di fronte alla debolezza della nostra natura, alla breve durata della
nostra vita rispetto ai cicli del tempo. Talvolta ancora queste frasi ci mettono a confronto col buono
o cattivo uso che facciamo del tempo, sulla nostra responsabilità storica
verso la nostra comunità, verso la nostra famiglia e verso noi stessi:
abbiamo fatto buon uso del nostro tempo? Vediamo ora alcune espressioni scelte fra le molte che ho
potuto leggere e che mi sono sembrate più significative: Motti sul tempo Nunc tunc – Ora allora Cur petis horam? Dum petis jam
ipsa fugit. – Perché chiedi l’ora? Mentre lo chiedi essa è già
passata. Scis horas, nescis horam. – Conosci le ore, non conosci
l’ora. Est hora bibendi et solvendi. – È l’ora di bere e
l’ora di pagare. Maneo nemini. – Non mi fermo per nessuno. Fili, conserva tempus. – Figlio, conserva il tuo tempo. Il tempo è una moneta che si spende una volta sola. Perder tempo a chi più sa più spiace. Canto le ore luminose, taccio quelle oscure. Ogni cosa a suo tempo. Non contarle, mettile a profitto. Torna il Sole, non il tempo. Homo tempus metirit, tempus hominem. – L’uomo misura il
tempo, il tempo misura l’uomo. Motti sul Sole e sulla luce Dico lucidas, taceo nubilas – Segno le ore di Sole, ignoro
quelle con le nuvole. Nihil sine me – Nulla senza di me (Sole). Soli soli soli – Al solo Sole del suolo (terra) Tegendo detego – Coprendo (il Sole) svelo (le ore). Sine Sole sileo – Senza Sole taccio Il Sole splende per tutti. Motti sulla religione e la preghiera Nil sine Sole quaeo tu nihil absque Deo – Io sono nulla
senza Sole, tu sei nulla senza Dio Timete Dominum quia venit hora judicii ejus – Temete il
Signore, si avvicina l’ora del giudizio Il Sole guida l’uomo, ma Dio guida tutti gli astri. Motti sull’uomo e la sua opera Bene utere – Fare il bene Carpe diem – Afferra il giorno Festina lente – Agisci presto, ma con calma Ruit hora, labora! – Fugge l’ora, lavora! Transit hora, manent opera – L’ora passa, le opere
rimangono Ricordati di vivere Motti sull’amicizia e l’amore Amicis, qualibet hora – Per gli amici, qualunque ora A chi sa amare le ore sono rosa L’amore fa passare il tempo, il tempo fa passare l’amore. Motti sulla giustizia e la verità Hora fugit, stat Jus – L’ora fugge, la giustizia rimane. Veritas filia temporis – La verità e figlia del tempo Motti sulla meridiana stessa Horas tibi serenas – Ti siano serene le ore Silens loquor – Parlo in silenzio Filia Solis sed umbra – Sono figlia del Sole ma sono
un’ombra Lo stilo è di ferro, il tempo d’oro Non saprei sbagliare Moti sulla morte Ultima latet – L’ultima ora è nascosta Omnes feriunt, ultima necat – Tutte feriscono (le ore),
l’ultima uccide Redibo, tu nunquam – Io ritorno, tu mai. Ex his una tibi – Da queste (ore) una sola per te. Vidi nihil permanere sub Sole – Nulla ho visto di eterno
sotto il Sole. Io non avverto (la meridiana si fa guardare ma non ti chiama
e non ti parla) L’ombra fugge con il Sole e con esso ritorna, l’uomo
fugge come un’ombra e non torna. La morte è certa, l’ora è incerta. Tu vedi le ore, ma non la tua (ora). Guardati da una di queste (ore). Non è saggio dire: “Vivrò”. Domani è tardi: vivi oggi.
L'ing. Mohammad Bagheri, referente per la storia della scienza nella Fondazione dell'Enciclopedia islamica ed appassionato astrofilo e gnomonista iraniano, con Claudio Cecotti (a destra nella foto)in visita all'AFAM di Remanzacco.
Mi piace concludere questo elenco con un verso tratto dalla
Divina Commedia di Dante Alighieri: Purgatorio IV – 9 “… E però, quando s’ode cosa o vede che tenga forte a sé l’anima volta, vassene il tempo e l’uom non se ne avvede.” Quando si sente o si vede una cosa che trattiene
l’attenzione, il tempo passa e l’uomo non se ne accorge.
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