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Presentazione

 

 

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La porta di casa rappresenta il confine tra ciò che sta dentro l'anima dell'autrice e il mondo esterno, ora ostile e ora pieno di melliflue promesse.

La villetta di campagna dove l'autrice è andata ad abitare con i suoi animali è un eremo nel quale si è ritirata per sfuggire dalla città opprimente. Il senso della vita in mezzo alla natura cambia. La solitudine interiore ha mutato il suo volto, non è la solitudine del trovarsi tra la folla vociante, quella che nasce dall'indifferenza della moltitudine per i singoli che non cantano in coro, che non applaudono le stesse cose, la solitudine che ignora e calpesta i sentimenti individuali che non possono essere espressi, sopraffatti dal rumoreggiare unisono di tutti.

È la grande solitudine del silenzio all'interno della casa, dell'eco della propria voce quando la poetessa parla a nessuno, soprattutto adesso che il suo cane Giotto, amico silenzioso, l'ha lasciata. Restano ad ascoltarla solamente i gatti, che si sforzano di capirla, ma vogliono soprattutto farsi capire.
 

In campagna l'autrice sente la solitudine del proprio animo, quella più tremenda, non quella che cerca inutilmente una risposta alle proprie parole, ma quella che chiede uno sguardo d'amore. Allora, per sentirsi ancora vivere, si affaccia sulla porta, davanti ai prati dai colori cangianti immersi nelle stagioni, a cominciare dal risveglio, dalla primavera. "Quand'ero ragazza ero vestita di sogni", la primavera della natura le fa ricordare la primavera della vita, quando, anche se la vita non è bella, noi la vediamo stupenda con i nostro occhi ingenui.

 

Con la primavera, però, nasce anche la sete inestinguibile d'amore. "L'amore è il sale della vita, / la mia minestra era insipida sempre". Sono due splendidi versi che forse riassumono l'esistenza di molti. "Sono andata sulla porta di casa ad attendere/ ma lui non venne" L'amara constatazione fa pensare che non solo l'amore non sia venuto, ma, pensiero ancora più tragico, che l'amore stesso possa non essere realtà, ma solamente sogno. Il sesso è realtà, ma l'amore è forse solamente un sogno dei poeti, ma un sogno che può rivestire di divino le povere carni.
 

L'estate porta la riflessione sul tempo. La torbida estate con la sua afa sposta i pensieri dalla morte all'estasi, ma tutti questi sogni sono messi da parte, sopraffatti dalla compassione inconsolabile per la sorte degli animali, vittime inconsapevoli a differenza degli esseri umani, vittime e carnefici consapevoli di se stessi e il pensiero vola alla tragedia delle torri d'America.
 

L'autunno dà all'autrice un ritmo più veloce in attesa dei rigori invernali. Nell'autunno non è sola, ma corre nelle campagne vicino a casa, quasi con la medesima felicità espressa dal suo cane, che proprio perché legato d'amore alla padrona, riesce a sentirsi libero. "Noi due. Uomo e cane felici nel vento: / io con la mente sgombra dal dolore, tu, con una dedizione infinita". La memoria, esaltata dai ricordi, le fa credere che l'amore avrà il sopravvento sulla morte. Questo, in fondo, è il sogno di tutti. Perché, altrimenti, si costruirebbero monumenti, tombe e si farebbero celebrazioni del passato?
 

L'inverno conclude il ciclo delle stagioni. Nell'inverno domina il senso del fuoco, il fuoco che brucia nella stufa, ma soprattutto il fuoco che le brucia l'anima. Il fuoco dell'amore che si impara anche da chi non si è amati. Forse soprattutto da chi non si è amati, perché è come un languore infinito e incolmabile, che davanti al vuoto fa rimpiangere un amore che avrebbe potuto essere, ma non è stato. Questo è il tema della madre. E l'amore nella sua purezza non può che portare a Dio. Tra l'uomo e la donna, invece, c'è sempre il tormento dell'incompletezza. Da questo nasce nella poetessa una nuova visione dell'amicizia, come valore supremo tra gli uomini. Essere davanti a un amico, parlare con un amico, è come trovarsi davanti ad un altro se stesso e spunta il ricordo degli amici più cari.


Ritorna ancora una volta la primavera e l'amore, adesso, è visto come qualcosa che scaturisce dall'individuo solo, che lo condivide con la natura e con gli animali, i cani soprattutto, senza coinvolgimenti umani. Amore come comprensione infinita dell'universo.
La nuova estate fa rivolgere il pensiero all'amore per i figli. Amore senza ritorno, amore contro il disamore dei figli che ti attribuiscono la colpa di vivere. Amore che è anche scrivere, scrivere poesia. 1 grandi disastri dell'umanità salvati dall'esile piantina dell'amore.
Riecco l'autunno. L'autunno è la stagione dell'amore, dell'amore ricordato, dell'amore passato, divenuto ineffabile nel ricordo.
Nel nuovo inverno, invece, con la neve, arriva anche l'atteso miracolo, annunciato dal fiorire delle rose. O è un sogno che con il freddo si materializza davanti al calore della stufa. Il freddo si concilia anche con il pensiero della morte e dell'ai di là, di un paradiso che sia esistito sempre, esista solo adesso o sia necessariamente da inventare dopo la morte del suo cane, Giotto.
Un'altra primavera conclude il passionale poemetto, dove immagini bellissime si sposano a pensieri d'ogni giorno con alti e bassi, come la vita che scorre davanti alla porta di casa e dentro la casa, nella solitudine del proprio cuore.

 

 

Enrico Fraulini


 

 

Nota introduttiva dell'autrice


Sono venuta a vivere qui, in questo scorcio di campagna della Bassa friulana, lasciando la mia sempre amata città, per sconfiggere il tempo, eterno tiranno, carceriere attento dei nostri sudati giorni. Esso ci mostra, attraverso il ritmo delle stagioni, distese di fiori a primavera, candidi fiocchi di neve, leggeri come tocco divino durante i freddi inverni, colori inusuali, carichi di arcane memorie negli splendidi autunni e un trionfo di sole e di fantastiche realizzazioni della natura, d'estate.


Noi, paghi di tanta bellezza, ci adattiamo restando avvinti nella prigione del tempo. Eppure c'è una possibilità di fuga. Attraverso i ritmi delle stagioni, sempre uguali eppure differenti, scrutando l'orizzonte là dove la terra si incontra con il cielo, là dove finisce il mondo interiore ed inizia quello esteriore, tra sentimento ed azione, in quello spazio non-spazio, sottile da non potersi misurare... là dove il tempo dell'anima incontra quello delle cose, sta la salvezza. Una breccia permette il passaggio dal tempo relativo a quello assoluto.
 

Qui, sulla porta della mia casa a Joannis, attraverso il passare delle stagioni mi è stato possibile rivisitare le mie esperienze, portando al tempo presente il passato insieme alle speranze e ai sogni in un tutto presente, un solo attimo... sconfiggendo il tempo, libera di essere... e di amare.
Così sono nati questi miei pensieri, un inno alla libertà, una voce unita alle mille voci della natura e a quelle dell'umanità e degli animali, piccole anime in cerca di pace, fattasi un solo corpo, una sola volontà di bene. Noi, il progetto per la vita, il progetto per la morte. Noi, il progetto per la libertà e per l'amore.
 

E che dire ancora di questo testo?
Se non che... si snoda la fiaba del Tempo liberando lo Spazio dall'antica inerzia. Così sono state create tutte le creature destinate al mistero del divenire.
La provvisorietà è l'elemento vitale nelle stagioni che si susseguono con un andamento all'apparenza sempre uguale, eppure sempre differente. Tutto succede come se fosse la prima volta... e occhi meravigliati di poeta guardano il tripudio della vita.
Allora cascate di parole, come acqua pura, scendono da sconosciuti siti a descrivere l'onnipervadente bellezza della natura. Il male è solo l'inizio. Sarà il Tempo a rivelare il bene nascosto nelle cose lo stupendo disegno sotteso al destino umano quando diverrà realtà quel "poeticamente abita l'uomo" della filosofia heideggeriana.
 

I pensieri raccolti in questo volumetto sono una testimonianza del trascorrere delle stagioni, colta da un unico punto di osservazione: la porta di casa. In essa si intessono riflessioni, sentimenti, ricordi ed ancora progetti a formare un variegato panorama dove il profondo sentire emerge e si trasforma, vestendosi di luci e colori con un continuo rimando all'anima.
 

Il dolore percorre le frasi con un sottile tremito, superato alla fine dalla fede nelle capacità umane. Un leggero vento sembra portare lontano le parole perdendole in miriadi di echi di Amore, svelando il mistero della vita.
 


Liliana Passagnoli

 

 

 

 

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