Il Sole e la misura del tempo
HOME CENTRO GNOMONICO IL SOLE E IL TEMPO
|
La nostra vita scorre scandita da appuntamenti ed orari, con ritmi sempre più veloci.
Il modo nevrotico di concepire ed organizzare il tempo, ora accettato con naturalezza, non ha più dì cent'anni dì vita ed ha raggiunto punte parossistiche negli ultimi decenni. Per giungere a questi estremi l'uomo ha percorso un lungo e tortuoso cammino, che si è dipanato tra le tenebre della notte, che inducono al riposo, e la luce del giorno, che spinge alla vita attiva. Fra la luce e il buio, però, esiste un altro stato. E' l'ombra, quel qualcosa, cioè, che ci segnala la sua presenza attraverso un'assenza: la mancanza di luce. Questa ambiguità paradossale ha sempre intrigato l'uomo dando vita ad un linguaggio metaforico non sempre benevolo nei riguardi dell'ombra: tramare nell'ombra, carattere ombroso, l'ombra dì se stesso, fare ombra a qualcuno.
Va ricordato però che senz'ombra non si vive: in tutto il mondo antico
solo i morti non hanno ombra e Peter Pan per vivere tranquillo deve
recuperare con Trilli la sua ombra e farsela cucire ai piedi.
Indice dei paragrafi:
Dall'uomo della savana all'agricoltura
Calcolare i tempi del rientro presso il fuoco, per ridurre i rischi che
le tenebre portavano con sé, significava aumentare le probabilità di
sopravvivenza. Durante la complessa fase di passaggio dall'attività di cacciatore e raccoglitore a quella stanziale di agricoltore, il corpo viene sostituito da un palo, o da una pietra, per registrare il movimento del Sole ed il fluire del tempo. Alcuni di quegli uomini poterono dedicarsi più assiduamente a questo studio, anche grazie all'eccedenza di cibo che l'attività agricola garantiva. Ma quegli studi contribuirono, a loro volta, ad incrementare le riserve alimentari, grazie proprio ad un sempre più preciso calcolo del ciclo delle stagioni ed alla programmazione delle semine e delle altre attività agricole. L'osservazione della retta degli equinozi e delle curve dei solstizi hanno segnato questa fase.
Misurazione del tempo ad ore ineguali
L'osservazione degli astri, dell'eclissi, dell'alternanza delle stagioni, assieme alla loro carica di mistero, divennero appannaggio esclusivo delle caste sacerdotali che ne fecero uno strumento di dominio e di controllo della società. In Occidente, coloro che svilupparono la scienza della costruzione di strumenti basati sul Sole, furono i Greci, che erano sempre a stretto contatto con il mondo medio orientale.
I Romani si appropriarono delle tecniche greche, ma nel I secolo d.C. le
loro conoscenze erano ancora superficiali, poco raffinate, come spesso
accade agli imperi nascenti: la meridiana che avevano predato a Siracusa
era stata ricostruita a Roma senza tener conto della variazione di
latitudine, così che per due secoli vi lessero l'ora sbagliata.
Si può ben capire come il nostro modo d'intendere e di vivere il tempo, con ore dalla durata costante, sia cambiato. Con la caduta dell'Impero romano, per lunghi secoli ad occidente la custodia del tempo e del sapere resta appannaggio dei monaci: il Tempo è dedicato principalmente al Signore, meno ai commerci. Nel VII secolo le meridiane che si realizzavano erano semplici, di forma semi-circolare a parete verticale, con funzione di orologio solare, con sei od otto divisioni orarie. Queste, oggi dette ore canoniche, corrispondevano alle funzioni religiose: le Laudes all'alba, la Sexta o Angelus a mezzogiorno, il Vespro o Ave Maria al tramonto.
Erano
certamente funzionali ad un mondo meno frenetico del nostro.
Meridiane e numeri dall'oriente
I Veneziani, commercianti e imprenditori che avevano bisogno di uno strumento più raffinato, diedero un grande impulso alla diffusione in Europa della nuova scienza, appresa in Medio Oriente, ed alle meridiane, dette "ad Ora Italica": la giornata veniva divisa in ventiquattro ore, a partire dal tramonto.
Nei "Diari udinesi" della fine del '400 troviamo descritti fatti
di vita quotidiana che testimoniano l'uso dell'ora Italica: "...
nacque la domenica del 2 marzo 1462 e fu battezzato alle ore 20 ...".Non
erano nottambuli (ai primi di marzo il Sole tramontava alle attuali
17,50, corrispondenti alle ore 24 Italiche): le ore 20 corrispondevano
allora all'incirca alle 13,50.
Convivenza tra orologi meccanici e meridiane Giungiamo così all'epoca dei primi orologi meccanici. Nel '400 nell'Europa centrale, sulla spinta di esigenze economiche, ma probabilmente anche per il fatto che non si poteva misurare il tempo sempre con il Sole, si iniziò a produrre i primi orologi a rotismo, che furono perfezionati nel '600 grazie all'applicazione del principio galileiano dell'isocronismo delle oscillazioni del pendolo.
The clock, ovvero letteralmente la campana automatica segnatempo, nasce
con gli orologi meccanici ed è l'elemento fondamentale dello sviluppo
dell'automazione nel mondo moderno. L'orologio infatti, e non la
locomotiva, è lo strumento chiave, nel bene e nel male, della civiltà
industriale.
E' in questo periodo che si afferma un nuovo modo di misurare il tempo con le meridiane, chiamato a ore d'oltralpe o francesi. Gli orologi avevano bisogno di essere regolati in modo meno vago che in precedenza, alba - tramonto, con il mezzogiorno che era segnato da una linea obliqua.
Nelle meridiane ad ore d'oltralpe o francesi il mezzogiorno è una retta
verticale che indica le attuali ore 12 ed il conteggio delle ore inizia
dopo la mezzanotte. La giornata da allora restò divisa in 24 parti
uguali, con il mezzodì che coincide con le 12, suddivisione che noi
utilizziamo abitualmente.
Il telegrafo e la scomparsa degli orologi solari Giungiamo così alla fine dell'Ottocento, quando ormai, grazie alle nuove tecnologie, la precisione dei cronografi diviene tale che le meridiane perdono ogni utilità. L'avvento dei mezzi di trasporto veloci, non più animali, e soprattutto del telegrafo, comportò la necessità d'introdurre l'Ora Ufficiale prima e i fusi orari poi: a Londra ciò avvenne nel 1848 e in Italia nel 1898.
Non poteva più darsi il caso che un telegramma inviato da Venezia alle
ore 11 giungesse a Torino alle 10.40.
Il ritorno con l'avvento del computer Per cento anni praticamente non si parla più di meridiane. Solamente l'avvento del computer negli anni '80 le riporta all'attenzione di molti, grazie alla relativa facilità con la quale i programmi informatici permettono di calcolare i parametri necessari alla loro realizzazione. La meridiana ritorna non come strumento, ma come gioco, come elemento decorativo sulle facciate delle case e nelle piazze.
Il paese delle meridiane
Aiello del Friuli è diventato così il paese delle meridiane. Per averne
più lustro, potremmo far risalire la vocazione del paese ad epoca
romana, grazie al ritrovamento di molte meridiane emisferiche nelle
campagne della Bassa. Di fatto, però, il punto di partenza è stato il
laboratorio di scienze della Scuola Media di Aiello diretta dal Preside
Giuseppe Marcante, particolarmente attento a sostenere i principi di una
didattica attiva. Uno di questi percorsi ha riguardato lo studio del Sole e del Tempo. Semplificando molto, si è fornito ai ragazzi un ritto, il piazzale soleggiato, un metro, fogli righello e matita. L'introduzione dell'argomento avveniva con cenni sul sistema tolemaico e copernicano. Dal lavoro di osservazione, in due diversi giorni dell'anno, segnando con il gesso il vertice dell'ombra proiettata dal ritto sul piazzale, emergevano le curve delle stagioni, oltre che quelle orarie. Effettuare le misure e riprodurre il disegno in scala su un foglio a quadretti, era un utile e concreto esercizio di calcolo e lavoro.
Capire gli orologi solari senza la matematica
Le idee e le sperimentazioni elaborate nel cortile della scuola media
sono servite a Franco Bressan, Caterina Zimolo (entrambi insegnanti ad
Aiello) e all'ing. Luigi Castelli per progettare un prototipo manuale di
meridiana per la piazza di Palmanova esposta alla Biennale Architettura
del 1985. Così, senza calcoli matematici, attraverso la simulazione del movimento del Sole, si può osservare l'ombra proiettata da uno stilo in qualsiasi giorno dell'anno e a diverse latitudini. In un'ora si possono così ripercorrere ed approfondire le insostituibili osservazioni condotte e registrate durante l'anno.
Queste sono le domande alle quali si può rispondere con semplici
operazioni e osservazioni. Senza complessi calcoli trigonometrici,
guardando la sfera e le sagome poste a diverse latitudini ed
inclinazioni, si osserva infatti che tutti gli stili sono paralleli
all'asse terrestre e che solo così l'ombra cade sulla verticale al
mezzogiorno.
Le apparecchiature sono state realizzate grazie ad un Progetto Interregionale sul Turismo Scolastico, promosso dal Comune di Aiello, dall'ITI Malignani e dall'Istituto Tecnico di Nuova Gorica.
La progettazione esecutiva e la realizzazione di tutte le componenti elettro meccaniche sono dovute alle capacità e alla dedizione impagabile di Ranieri Burelli, uno dei sempre più rari uomini che sanno far collaborare mani, cervello e occhi, in una società che tende, nella scuola, a rendere tali abilità sempre più marginali.
Carlo Bressan e Franco Bressan
|
|
Webmaster: Visintin Matteo Collaborazione: Pantanali Giulio, Pinat Daniele Idea: Mario Giuseppe Degenhardt
Copyright © IlPaeseDelleMeridiane - E-mail: circolonavarca@libero.it |